mercoledì 29 febbraio 2012

Raccontami di te

Siamo ormai vicini alle vacanze di Pasqua e quindi si ha già la sensazione che la fine dell'anno scolastico non sia poi così lontana. Da adesso in poi si correrà freneticamente per recuperi, compiti e scadenze varie. Non ci sarà molto tempo per intrattenersi nella sala insegnanti e raccontarci, come spesso facciamo, di qualcosa di nuovo che abbiamo fatto, capito o qualcosa di "vecchio" che abbiamo rispolverato ed ha funzionato. Ci sono colleghi che addirittura non hanno mai incontrato altri colleghi e magari avrebbero potuto scambiarsi idee o raccontare esperienze. Ecco, io vorrei  chiedervi ora di utilizzare questo blog per raccontare l'esperienza nuova più significativa dell'anno. Qualcosa che ha reso questo anno diverso da quello precedente.
Per quanto mi riguarda,   la cosa nuova per me più significativa dell'anno è stata la maggiore collaborazione ed il confronto continuo con molti colleghi  interni, ma anche esterni. Inizialmente questi contatti sono stati dettati da molte mie incertezze perché mi sono trovata ad  affrontare situazioni nuove che mi hanno costretto spesso a dover chiedere aiuto o chiarimenti.  Risolti i problemi, ci sono stati poi i racconti ed infine le considerazioni su quanto fatto. Una mano, indubbiamente, me l'ha data anche il computer che mi ha permesso spesso di parlare con i miei colleghi anche fuori dall'orario scolastico. Oggi i miei contatti non cominciano più  solo con " Scusa, come si fa a...?" ma anche e soprattutto con " Che ne dici di fare....?

sabato 25 febbraio 2012

EDUCAZIONE ALLE SCADENZE

E' tempo, scaduto in realtà, di rinnovare le iscrizioni, di versare acconti per i "viaggi di istruzione" (voglio usare lo scolastichese), di disporre di accordi e carte giuste per iniziare gli stages. Questo è solo uno dei periodi scolastici, in cui si concentrano appuntamenti con la burocrazia. Ma poi, da poco si sono dovute riconsegnare le pagelle controfirmate, le comunicazioni per i recuperi, e quasi ogni giorno le giustificazioni delle assenze e le autorizzazioni per le uscite. Ognuna di queste operazioni ha la sua scadenza, e allora viene da dire, ma quante scadenze! Certo, alcuni periodi scolastici sembrano accanirsi, ma diciamocelo con sincerità, esiste nei nostri giovani un vero, costante, rispetto della data di scadenza? Non ci capita più spesso di doverli rincorrere affinché le carte siano in regola? Certo, per buona parte delle cose tutto è recuperabile, nessuno caccia nessuno, ma anche questa spicciola attività burocratica mi interroga fortemente. Perché è così difficile dare importanza ad una data di scadenza? (Non parlo di orari o di disciplina, per ora solo di date di scadenza). Inutile dir loro che se non porranno attenzione in certe azioni, dimenticheranno di fare richieste per i concorsi entro i tempi stabiliti, l'iscrizione all'università, o l'appuntamento di un colloquio di lavoro; sono certa che le date importanti della loro vita non le dimenticheranno. Però la scuola è vita anche in questo: se c'è scritto che la pagella debba essere riconsegnata entro cinque giorni, la pagella si deve riconsegnare entro cinque giorni! E così per tutte le altre scadenze. Come rendere interessante un contenuto simile mi resta difficile pensarlo, ma l'urgenza della sua serietà è da considerare.

venerdì 24 febbraio 2012

Esempio di lavoro nella cl@sse 2.0

Ad ogni allievo o gruppo, l'insegnante (regista) ha assegnato una giornata internazionale celebrata dalle Nazioni Unite (vedi l'elenco). La scelta è avvenuta spontaneamente: ogni studente ha scelto una giornata sulla base della propria sensibilità.
Ad ogni giornata è stato assegnato un docente tutor la cui disciplina possa offrire utili appigli per comprendere appieno il significato della giornata prescelta. In un tempo stabilito ognuno deve pubblicare sul BLOG della classe (http://secondacommercialeassisi.blogspot.com/) il POST a descrizione dell'evento e a seguire tutti i compagni inseriscono i propri commenti.
Poiché le giornate ONU spaziano dalle lingue madri alla poesia, passando per le droghe per giungere alla tutela dei diritti umani, difatto è stato coinvolto l'intero Consiglio di Classe.
Al termine del lavoro, il POST e il commento migliore verranno pubblicamente encomiati e nei giorni delle celebrazioni ogni POST e migliore commento verrà reso pubblico nel sito ufficiale della scuola e all'ingresso della scuola stessa. I lavori e i commenti saranno oggetto di valutazione da parte degli insegnati interessati.

mercoledì 22 febbraio 2012

il manifesto degli insegnanti

Nel sito di una specie di enorme collegio docenti permanente,  http://www.lascuolachefunziona.it/ , dove migliaia di insegnanti si confrontano,  raccontano le loro esperienze,  si scambiano lezioni e consigli sui metodi di insegnamento , è stato pubblicato "Il Manifesto degli insegnanti".  Sono moltissimi gli insegnanti che lo hanno firmato. Trovare un manifesto così in un sito pieno di risorse tecnologiche mi è sembrato strano...messo così, tipo le Tavole dei Comandamenti. Poi ho capito. Qualunque sia il mezzo,  lo strumento,  devo riconoscermi in queste parole, altrimenti non otterrò nulla. 
Lo "appendo" qui 



Un’iniziativa la scuola che funziona

Il manifesto

1. Amo insegnare. Amo apprendere. Per questo motivo sono un insegnante.
2. Insegnerò per favorire in ogni modo possibile la meraviglia per il mondo che è innata nei miei alunni. Insegnerò per essere superato da loro. Il giorno in cui non ci riuscirò più cederò il mio posto ad uno di loro.
3. Insegnerò mediante la dimostrazione e l'esempio, il riconoscimento dei miei errori illuminerà il mio percorso.
4. Accompagnerò i miei alunni alla scoperta della realtà che li circonda, assecondando e stimolando in ognuno di loro la curiosità e la ricerca, le domande e la passione.
5. Non potendo trasmettere ai miei studenti la verità, mi adoprerò affinché vivano cercandola.
6. Incoraggerò nei miei studenti l’impegno e la volontà di migliorarsi costantemente e di non rassegnarsi mai di fronte alle difficoltà. Io stesso provvederò a formarmi e aggiornarmi continuamente.
7. Farò in modo che la scuola sia il mondo, e non un carcere.
8. Non trasmetterò ai miei studenti saperi rigidi e preconfezionati. La mia visione del mondo mi guiderà, ma non sarà mai legge per loro. Il dubbio e la critica saranno i pilastri della mia azione educativa.
9. Promuoverò lo studio per la vita e contrasterò lo studio per il voto.
10. Raccoglierò elementi di valutazione, rifiutando approcci semplicistici e meccanici che non tengano conto delle situazioni di partenza, dei progressi, dell’impegno e della crescita complessiva del singolo alunno.
11. Lotterò affinchè la scuola sia la scuola di tutti, la scuola in cui ogni studente possa apprendere seguendo tempi e tragitti individuali. Farò in modo che i miei studenti mi scelgano e non mi subiscano.
12. Aiuterò i miei alunni a illuminare il futuro leggendo il passato e vivendo in pienezza il presente. Li aiuterò a stare nel mondo così com'è, ma non a subirlo lasciandolo così com'è.
13. Resterò fedele a questi punti in ogni momento della mia azione educativa, pronto ad affrontare e superare tutti gli ostacoli formali e burocratici che si presenteranno sulla mia strada.









lunedì 20 febbraio 2012

A scuola di Carnevale

Con la scuola chiusa in via eccezionale per neve e classi in procinto di stage, la corsa alla verifica è inevitabile, e quando l'unico giorno per somministrarla è proprio il martedì grasso, poco, proprio poco si può fare. Devo ancora incontrare, nonostante gli anni precariato e di giri per la provincia, quella scuola che mi esoneri dall'avere i voti scritti, nero su bianco, nel registro. E con l'acqua alla gola mi sento rispondere, proprio dalla classe coinvolta: "Ma prof, è martedì grasso!". E allora mi viene in mente quella "scuola per la vita", di cui parliamo tanto ultimamente. Invece di una sterile verifica sui contenuti del Trecento, potrebbe essere più interessante per loro organizzare in classe la festa di Carnevale...ma poi, sarebbero veramente motivati a conoscerne le origini storico-culturali e magari a sostenere la verifica proprio su quelle? Mi viene da pensare che un'attività didattica sul Carnevale possa far loro disamorare anche della mascherata spontanea. Di sicuro da inizio anno vanno programmate attività anche in questo senso, perché il Carnevale, perché le maschere, perché certi alimenti, perché le feste, ma per ora proprio non ci avevo pensato e la verifica si farà. 
Una scuola nuova non si improvvisa e per quanto si potrà programmare a settembre, l'imprevisto sempre e comunque capiterà.

domenica 5 febbraio 2012

A volte è più facile di quanto si pensi

Appartengo a quella generazione di insegnanti "a metà", non nativa digitale ma nemmeno completamente immigrata, non tradizionalista né avanguardista, non di prima esperienza ma nemmeno prossima alla pensione. Questo per dire che come molti nella scuola, per fortuna, un po' il nuovo mi scomoda e spaventa, tuttavia non riesco a far finta che non ci sia. Troppe volte a scuola si fa finta che il nuovo non ci sia.
Per farla breve, non ho la Lim in classe (per fortuna?...), né la possibilità di usare la connessione al momento, se non previa richiesta, programmata, agli assistenti tecnici. Eppure, nella quotidianità delle lezioni, spesso mi è necessario proprio quello quell'approfondimento imprevisto, per rispondere in maniera precisa ad una domanda che mi è stata posta, per aprire quella finestra che proprio in certi momenti non si può tenere chiusa. Mi sono concessa un'indebita licenza, quindi: quella di far connettere davanti ai miei occhi quell'alunno così volenteroso da offrire alla classe il suo collegamento cellulare, quello di attivare nel mio di cellulare tale collegamento (diversamente, il cellulare in classe non deve esistere!), quello, finalmente, di farmi regalare un piccolo portatile a Natale e di richiedere a scuola la password per il collegamento. Ora io e lui, il mio portatile, siamo diventati inseparabili, ed è utilissimo in classe, anche per effettuare una semplice rassegna stampa (meravigliosa è quella del sito del Governo).
E con due classi abbiamo creato il nostro gruppo privato in Facebook, dove pubblichiamo approfondimenti di ogni tipo, comprese le immagini dei volti delle persone che studiamo, perché è chiaro che i personaggi studiati abbiano un volto, e come capita spesso, è bello vedere che partecipano proprio quegli alunni che in classe sembrano più disinteressati, sorpresi soprattutto dal fatto che se loro non sanno usare sempre i nostri linguaggi, qualche volte noi possiamo usare i loro. 
Non amo i socialnetworks, ma alla mia richiesta di creare un gruppo-classe, i ragazzi mi hanno proposto questa modalità, a loro più congeniale e vicina. E di certo, la partenza è molto positiva. Più facile di quanto pensassi.

Vi riporto una lettera del dott. A. Quadrino direttore editoriale della Garamond

Carissimo/a, ti segnalo una iniziativa che Garamond ha assunto per la liberalizzazione del mercato dei libri di testo nella scuola italiana. Già lo scorso anno, in occasione della decisione della nostra societa' di uscire dall'Associazione Italiana Editori, in polemica aperta con le posizioni di chiusura all'innovazione piu' volte espresse a parole e nei fatti dagli editori scolastici riuniti nell'AIE, come espresso nella lettera indirizzata nel febbraio 2011 al Presidente Polillo resa pubblica anche nel nostro blog, Garamond ebbe modo di dar voce ad un orientamento oramai largamente condiviso nella scuola italiana: i contenuti didattici, in formato digitale, non possono piu' essere considerati una "proprieta' privata" su cui costruire rendite protette, ma un bene comune da valorizzare per promuovere conoscenza condivisa, partecipazione e professionalita' docente. Su queste basi, abbiamo deciso l'apertura di una nostra "campagna" per il superamento del sistema di adozione dei libri di testo, che a nostro avviso blocca l'innovazione e ogni processo di pluralistico approccio alla conoscenza che il digitale e la rete possono invece largamente garantire, in una prospettiva di "open content" che in ogni Paese sembra affermarsi sempre piu' come paradigma della nuova editoria educativa. Sul tema trovi anche un mio intervento su Facebook - dove è stato anche creato un gruppo aperto "Per l'abolizione del libro di testo in adozione" - gia' commentato positivamente da alcuni dei colleghi e personalità note del mondo dell'educazione della comunicazione (Maurizio Tiriticco, Andrea Granelli, Carlo Infante, Roberto Maragliano, Carlo Massarini, Simone Aliprandi e molti altri), e invito tutti a condividere, anche sul blog di Garamond, ogni considerazione o valutazione critica che si volesse proporre per sviluppare ed estendere la discussione su un tema molto sensibile e strategicamente centrale per il processo di innovazione nella scuola italiana. Grazie, un caro saluto. Agostino Quadrino