lunedì 23 aprile 2012

L'alternanza scuola-lavoro per dare gambe alle competenze

A breve dovremo scrivere i percorsi formativi per il secondo biennio.
Il Ministero ha pubblicato le linee guida che descrivono le competenze da generare e le conoscenze e le abilità che le sottendono.I dipartimenti per aree disciplinari, dunque, sono chiamati a sviluppare i percorsi formativi, rappresentandosi chiaramente le situazioni e i contesti (di studio, di lavoro, di vita in generale, professionali, culturali) in cui gli allievi dovranno poi spendere le conoscenze e le abilità prescelte.


Questo punto è fondamentale per aprire la scuola (finalmente) alle attività laboratoriali e ancor più ai percorsi di alternanza scuola-lavoro che possono, a mio parere, rappresentare la risposta ai nuovi quadri orari che hanno fortemente ridimensionato l’aspetto professionalizzante degli istituti professionali.


Dal prossimo anno scolastico, infatti, le ore di pratica di cucina, sala e di ricevimento subiranno un ulteriore taglio e le attuali 12 ore settimanali (erano 21, poi 18, poi 14, quindi 12) scenderanno a 6 a cui si aggiungeranno 2 ore in compresenza con alimentazione.
Occorre, quindi, con molta attenzione disegnare una nuova architettura del tempo scuola in grado di migliorare la formazione complessiva degli allievi inserendola nel contesto di alternanza scuola-lavoro da cui non solo le discipline pratiche dovranno trarre utile linfa formativa ma anche tutte le altre finalmente potranno sperimentare in campo nuove modalità di apprendimento all’interno delle situazioni “lavoro”.


L’alternanza non ha niente a che vedere con i tirocini o stage e non è un nuovo canale scolastico.
Si tratta di una modalità diversa per raggiungere obiettivi formativi già costitutivi del percorso, tramite esperienze di lavoro coerenti, pre-progettate ed incentrate sull'integrazione curriculare, che consentono l'acquisizione di crediti spendibili ai fini del percorso scolastico. E’ una combinazione vincente di attività scolastica e di esperienze assistite sul posto di lavoro (o in situazioni lavorative simulate), progettate sul piano didattico in collaborazione col mondo del lavoro e nasce dal superamento della separazione tra l'aula e il momento applicativo e si basa su una concezione in cui educazione formale, informale ed esperienza di lavoro si combinano in un unico progetto formativo.


Se la nostra scuola dovesse decidere di sposare strutturalmente l’alternanza scuola-lavoro inserendola stabilmente nei percorsi formativi del secondo biennio e del quinto anno, davvero faremo un bel balzo in avanti per spostarci dalla vecchia scuola della conoscenza a quella più efficace della competenza.

1 commento:

  1. Sono tutor del progetto alternanza scuola-lavoro dallo scorso anno nella classe V tur del corso turistico e posso dire che ho visto in questa esperienza realmente l'opportunità di riflettere con i ragazzi su esperienze vere, approfondire conoscenze dalle quali non si può prescindere non perchè questo fosse imposto da un "programma" da svolgere, ma perché i ragazzi ne capivano l'importanza, perché sentirsi preparati ad affrontare una situazione in cui si richiedevano certe conoscenze, abilità e competenze era per loro diventata una esigenza.

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