sabato 14 gennaio 2012

Tra bocciati e 'scomparsi' sono 434mila gli studenti che ogni anno perdiamo

DA “LA REPUBBLICA” del 11 gennaio 2012 di Salvo Intravaia

La lotta alla dispersione scolastica sarà una delle 10 priorità del governo Monti per la scuola. Lo ha assicurato il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, illustrando le linee guida del suo dicastero in commissione Cultura alla Camera. Il "recupero delle aree scolastiche più compromesse" attraverso "interventi specifici di rafforzamento delle conoscenze e competenze irrinunciabili, ai fini della riduzione dell'insuccesso formativo, della dispersione e dell'abbandono scolastico", è considerato uno degli obiettivi strategici per rafforzare il sistema di istruzione nazionale.

Per evitare fughe premature dalle scuole di ogni ordine e grado, che consegnano al mondo del lavoro giovani con scarse capacità di imporsi per i bassi livelli di istruzione  -  al massimo il diploma di terza media e non più in formazione, come avviene per i Neet  - , si può pensare "all'apertura delle scuole per tutto l'arco della giornata e al supporto di personale esperto, attuati in sinergia con il ministero della Coesione territoriale per l'immediato recupero della capacità di spesa delle regioni meridionali più carenti".
 

Ma cosa si intende per dispersione e insuccesso? E quali sono i numeri che le descrivono? Ogni anno sono oltre 400 mila gli studenti della scuola secondaria che vanno incontro ad una bocciatura, abbandonano i banchi di scuola facendo perdere le proprie tracce o non vengono neppure scrutinati per le troppe assenze. L'ultima rilevazione sulla dispersione
 effettuata dal ministero, allora della Pubblica istruzione, risale all'anno scolastico 2004/2005. Da allora, il silenzio più assoluto. E oggi? La dispersione scolastica complessiva  -  somma di bocciati e abbandoni  -  si è addirittura incrementata. Sei anni fa, alla media si contava il 2,7 per cento di bocciati e l'11,4 per cento al superiore. Il tasso di abbandono era pari allo 0,2 per cento alla media e all'1,5 al superiore. In totale, tra abbandoni "non formalizzati" e bocciature si contavano 2,9 "dispersi" su cento alunni alla media e 12,9 "dispersi", sempre su cento, al superiore. 

Nel 2011, la situazione si è aggravata: alla media la sola quota di bocciati sale al 4,6 per cento e al 12,7 per cento al superiore. Ma occorre sommare la quota di non scrutinati, e quindi bocciati, per le troppe assenze che nel 2004/2005 venivano contabilizzati fra i bocciati: 0,7 per cento alla media e 1,3 per cento al superiore. Se si aggiungono gli abbandoni "senza lasciare traccia"  -  0,2 per cento alla scuola media e 0,9 al superiore  -  la dispersione sale al 5,5 per cento alla media e al 14,9 al superiore: e sono 434mila studenti. L'allarme del ministro è più che appropriato.


Che dite di rifletterci un pò su?
Caterina Moscioni

2 commenti:

  1. Molte volte i giovani abbandonano non perché non amino la scuola, ma perché si sentono impotenti di fronte alle sue richieste. Più che "abbassare" tali richieste allora, bisognerebbe renderli capaci di soddisfarle. Per loro, non certo per noi. Ed è questa a mio avviso la grande sfida. Essi devono provare il gusto di farcela e di farcela da sé!

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  2. Ma quali sono questa richieste della scuola che i nostri studenti non riescono a soddisfare?
    Il riferimento, mi sembra che sia quello legato al passaggio da una classe ad un'altra,ovvero alla promozione.
    Promosso alla classe successiva, NON promosso alla vita e alle sue sfide.
    Se dalla scuola ogni studente potesse cogliere quel valore aggiunto per poter trovare un suo specifico spazio dentro la società, allora si che potremmo dire (noi insegnanti) che stiamo davvero contrastando l'abbandono scolastico e stiamo davvero restituendo speranza e futuro a tutti i nostri giovani.

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